mercoledì 24 febbraio 2016

Ballo in Maschera organizzato dal Corpet.
Iris Carter beve del vino ma non è Iris Carter, è la donna in rosso almeno questa sera.
Parla con Abraham Murphy che non è Abraham Murphy ma è il Fantasma dell'Opera.

Una Maschera concede tanto: la possibilità di un ballo senza imbarazzo, la possibilità di lasciare la Preside in Ufficio una volta tanto ed essere solo Iris. Per una sera almeno.



Ma una Maschera, a volte, ti mette anche in posizione di svantaggio: se qualcuno ti osserva sapendo chi sei e tu invece non sai che occhi nascosti ti stanno guardando.




***


Seduta per terra, insieme a Zoe, intenta a giocare con i cubi.

" Facciamo una torre altissima. "
" Più alta di papà? "
" Ma certo. Molto di più! "

Il campanello che suona, disturbando un pomeriggio tranquillo in casa. Uno dei pochi, che si è concessa dopo aver arrestato gli schiavisti russi quella mattina in compagnia di Predator. Una mattinata decisamente divertente se non fosse che i cattivi sbattuti dietro le sbarre erano solo la feccia, il gradino più basso di un'organizzazione ben più ampia.
Piedi nudi fino ad arrivare allo spioncino ma non fa in tempo a guardare che delle ombre scivolano da sotto la porta, le circondano una gamba e la fanno cadere rovinosamente a terra con un tonfo, prendendola totalmente alla sprovvista. La porta si spalanca ed Adrien si staglia sull'uscio di casa.

" Mi sei mancata Iris "

Le ombre le stringono il collo e la sollevano, si trova con la schiena attaccata al muro.

" Adrien... Stai lontano da lei. "

Lo osserva camminare verso Zoe che guarda con gli occhi immensi, incerti se piangere o meno ma nel dubbio si fanno lucidi. " Mamma... ? "

" Prova a toccarla e giuro che ti ammazzo " Sibila fra i denti, con difficoltà perfino nel deglutire.

" Ammazzarmi Iris?  sappiamo entrambi che non lo farai mai. Non che tu non ne sia capace. Ma proprio perché ne sei capace. Questo ti spaventa. Ti spaventa l'ombra che hai dentro di te, invece di accoglierla. E' il motivo per cui mi sono innamorato di te. "

Torna indietro. Almeno torna indietro.

" Non dire puttanate Adrien. Sappiamo entrambi che non sei in grado di amare nessuno. "
" Oh piccola, così mi ferisci. Non ci siamo divertiti noi due? Ed io ti conosco meglio di... chi è quell'uomo che era con te al ballo? "

Il fiato che le si mozza in gola. Lo sguardo sgranato. In quel verde umano. Decisamente umano.


" Un amico? O il tuo uomo? Perché c'è qualcuno che vive qui con te. Fai crescere la bambina con qualcuno che non è il padre. Pensa quanto soffrirà. Quante domande. Sei diventata esattamente come ti eri ripromessa di non essere... una madre degenere. "
" Lui è il padre di Zoe! Lui. Non tu! "
" E come potrebbe amare la figlia di un altro uomo? Nessun uomo potrebbe. E non ama te. Non ti conosce. Non sa... quello che io ho visto. In te. "

Le sfiora la guancia con le nocche mentre le ombre la lasciano andare. Lo afferra per il colletto e lo sbatte contro il muro di casa che si crepa dietro la sua schiena. Tossisce per il colpo. Una costola incrinata.

" Vedi? Parlavo proprio di questo. Tu sei una Dea, Iris e ti ostini a voler vivere con questa maschera da umana. Ti ostini a non capire che non devi guidare questo Mondo. Ma lo devi comandare. "

La mano che si alza, chiusa a pugno ma invece di colpire l'altra lo scaraventa lontano nella stanza. Zoe che scoppia a piangere in salone.

" Vattene all'inferno Adrien. Tu non sai proprio niente di me. Non sai niente del mio sangue. Di mia madre. Di mia figlia. Di mio marito. Vattene. "

Ripete mentre lo osserva alzarsi. Il cipiglio austero è tornato, l'orgoglio, la fierezza.



" Sai che tornerò, Iris. E' anche mia figlia. "
" Non è mai stata tua. Non sarà uno strumento per la tua sete di potere. Sarà umana. Sarà come me. O sarà più forte di entrambi ma non sarà mai come te. Non hai vinto, Adrien. E non vincerai. "

La porta che si chiude. Zoe che continua a piangere. La prende in braccio. La culla. La calma.

" Andrà tutto bene. Mamma lo promette. Era solo... la mamma gli ha messo un brutto voto. Non tornerà più. "





giovedì 18 febbraio 2016

Di una sfida



" Tu sicuramente sei uno che canta sotto la doccia. Sono brava ad indovinare le persone. "
E lui per poco non si strozza per la verità dell'intuizione.
" Tento di cantare sotto la doccia. Il risultato però è tutt'altro che soddisfacente "




" Ballare? Non è una cosa che faccio di solito. Beh non con i tacchi e non in pubblico. Più... a casa. Da sola. Scalza sul parquet. "


martedì 16 febbraio 2016




Accompagna Maximilian e chiude la porta dietro alle sue spalle. La delusione le spezza quel cuore troppo grande e troppo umano che si ritrova. Dopo avergli dato affetto e fiducia. La consapevolezza di non potergli più insegnare niente, perché lo ha detto ad Haze, lo disse a Ryan... non possiamo aiutare chi non vuole essere aiutato. Non può imporre la sua visione del Mondo a lui. Non può guidarlo. Non può fargli capire che deve guardare con occhi più consapevoli, deve vedere lontano, deve essere tre mosse davanti ai nemici e due davanti agli alleati.

Si avvicina alla scacchiera realizzata a mano, costosa, i pezzi intagliati nel legno. Un colpo e la rovescia. La disfatta delle pedine sia nere che bianche. Scacco matto alla Regina.
Scivola a terra contro la porta dell'Ufficio.
E' stanca. Stanca come chi si sente solo. Di una solitudine senza scampo.

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sabato 13 febbraio 2016

Iris Carter è una persona seria Parte 1

Iris Carter è una persona seria
La Preside non scherza o non sa farlo.
La Preside mangia i Classer per continuare ad essere giovane e bella. Per questo motivo sono così pochi.
Carterzilla.
Signorina Rottermeier.

L'importante è che tutti lo pensino.
Lei comunque, non ha mai smentito.

" Zoe quanto freddo fa? "
" Tanto così "
" Vieni qui a abbracciami tutta che riscaldi la mamma. "
" Anche Alce ha freddo. Mamma bacia anche lui. "
" Va bene. Fatti mettere il cappotto però, che usciamo. Tiriamo su il cappuccio. Ecco qua. Quanto sei bella. Una signorina. Ti faccio una foto. "
" Con Alce anche? "
" Ma certo! "
" Faccia buffa? "
" Facciamo la faccia da: aiuti olimpo che freddo! "