lunedì 23 aprile 2018

Sapere che esisti

Sono passati appena quattro mesi dal tuo concepimento e non so ancora di che sesso sarai. (…)
Il tuo arrivo in questo mondo non è il frutto di un incontro casuale né della dinamica naturale del matrimonio. 

(…) Vedere la tua prima ecografia ha confermato i miei sospetti su quanto sia irrazionale l'amore di tuo padre. Era incredibile vederlo sorridere mentre sosteneva che quel piccolo extraterrestre in bianco e nero era il nostro prezioso figlio. Non posso negare di aver provato anch'io una strana emozione, ma ho preferito aspettare prima di dare la mia opinione sul tuo aspetto. O beh: ho fatto presente che la testa gigante deve avere il suo fascino.

So che ti trovi perfettamente a tuo agio lì dentro, Effie dice che ti manca solo un mohito con l'ombrellino e malgrado la tua incoscienza spero che te la stia godendo, perché questi nove mesi saranno forse le tue uniche vere vacanze: il mondo qui fuori è pericoloso, stupido e implacabile. Ma se eviterai di leggere Paulo Coelho, di ascoltare il reggaeton e di vedere i programmi del mattino alla tv, il mondo può anche essere un posto meraviglioso. Si tratta, figlia mia, di vivere. E vivere è quasi sempre un lusso.

Ti chiederai perché sto programmando di portarti in questa specie d'inferno che si chiama Philadelphia, visto che ancora non mi hai fatto passare nemmeno una notte insonne. Non ho una risposta chiara. Non lo so perché tuo padre non prende la macchina, non ci carichi tutti dentro e non ci porta via. Non lo so perché non lo faccio io. L'ho già fatto, in passato ma questa volta è diverso. Questa volta non possiamo andarcene, non ancora. Non adesso.

Sapere che esisti mi libera dal peso di essere me stessa e mi fa venire in mente progetti nuovi e sconosciuti. So che sono responsabile di quello che sarà di te e che questo è un mondo del cazzo per crescere, ma per quanto ne sappiamo è anche l'unico dove le api ronzano e i passeri ridono.

Sapere che sarai qui rafforzerà il mio legame con la vita. Fino a ieri ero preparata ad affrontare i miei timori, ora dovrò imparare tutto di nuovo. Non ho mai creduto che uno debba essere amato semplicemente per il fatto di essere com'è. Credo invece nell'amore che si costruisce e si rafforza in quest'avventura unica che è la vita.
Spero che mi amerai, spero di non fare cazzate.
Gli Dei lo sanno... Spero che non le faccia tuo padre perché vorrei che tu lo amassi e che lui si meritasse quel tuo amore, senza mai doversi far perdonare niente da te. 

Suppongo che essere per metà olimpica avrà i suoi vantaggi, come per me però sono sicura che ti divertirai di più con la tua metà umana.

Ho aspettato tanto prima di avere tua sorella Zoe. Volevo garantirgli un mondo sicuro, privo di pericoli e prevaricazioni.
Non penso di essermi sbagliata: è solo che le mie garanzie non garantiscono nulla. Il mondo è un posto pericoloso e l'unica cosa che possiamo fare per quelli che amiamo è amarli. Sono cresciuto senza sicurezze e con molte privazioni ma se sono cresciuta io, potrai farlo anche tu. E ti prometto che avrai l'amore indistruttibile di tua madre a proteggerti. Quello che io non ho avuto.

Tuo padre è una persona fantastica, fatto di un legno pregiato e con un'anima che conosce tutte le stagioni, anche se credo che ad un certo punto sia rimasto impantanato nel suo stesso Inverno.  Ma credo anche che... stia rifiorendo da quando ci sei tu. 


Decidere di avere un figlio significa credere implicitamente che esiste ancora la possibilità di sognare. Io ho scelto di provarci ancora, ancora una volta. L'ultima. Ci stiamo giocando tutto io e te, piccola mia. Spero che ne valga la pena come dice Zio Brendan.

Non so che tipo di persona sarai, come al solito mi spaventa sentir dire che molto dipenderà da me. Ma è ancora presto per spaventarmi.
Sei figlia di due culture, di due lingue, di due storie.
Spero solo... che ci saremo sempre per vederti mentri scrivi la tua.

La Mamma






Nota: l'intero post è ispirato / modificato a partire dalla Lettera al figlio, scritta da Efraim Medina Reyes