lunedì 11 gennaio 2016

Lei è già lì, già gridando. Nessuno ha osato toccarla, nessuno ha osato dirle qualcosa. 
" Dove sei, per gli inferi di Ade? Dove sei?! Cosa... Cosa... Non ci riesci a scendere qui Madre? O la guerra di tua figlia ti annoia?! Cosa è che mi sfugge? "

Arrabbiata come nessuno, nemmeno Marcus l'ha mai vista. La mano chiusa a pugno che si abbatte contro uno dei grandi alberi del giardino. 


" Per il grande e potente Zeus! Dove è la vostra forza?! Se ci lasciate qui?! "

Ebbene si: li sta rimproverando, uno per uno. Si arroga quel diritto. Da brava Preside come se l'Olimpo non avesse fatto i compiti a casa.
" E' il VOSTRO MONDO! E lo state lasciando senza una guida! Senza forza! Non gli avete dato gli strumenti per una minaccia del genere! Non li hai dati a me! Per guidarli! Per condurli in questa battaglia! "

Ce l'ha con la Madre, con gli Dei ma soprattutto, Iris Carter questa sera, ce l'ha con sé stessa. Il respiro irregolare. Per quella furia che ha davvero molto di umano, nonostante tutto. Sta per dare un altro pugno che farebbe crollare l'albero quando Marcus l'afferra. 


" Ci hanno dato gli strumenti! Ci hanno dato te: guidaci! "

Le parole di Marcus le caricano di una responsabilità che non vuole, che non ha mai chiesto ma il suo sangue canta l'inno di una guerra che sta per arrivare. Il cuore un tamburo che annuncia la battaglia. La mente torna calma, lucida, un concatenarsi di pensieri tale che è inquietantemente distaccato. Osserva Cornelia. La Guerriera le da ordini, la Madre l'abbraccia e le dice che è fiera di lei. Perché come in ogni momento importante della sua vita, è divisa a metà come il suo sangue. 





Passa quelle poche ore con Zoe, con Marcus.
Passa quelle poche ore con i suoi affetti.
Non dirà addio a nessuno anche se una parte di lei le suggerisce che sarebbe il caso di farlo.

Questa notte la figlia di Athena condurrà una battaglia e farà di tutto pur di vincerla. Questa è la sua guerra e questo è il suo Mondo e quando avranno finito con Kur ed i suoi legionari capiranno di aver giurato fedeltà alla Divinità sbagliata.