Non sono sempre stata buona con lui, anzi di solito ero una figlia di
puttana. Lo amavo tanto e non sapevo cosa fare. Invece di dargli ciò che
sentivo,
di colmarlo di quell'amore aspro,
me lo inghiottivo. È una cosa
che non riesco ancora a capire:
il suo amore mi arrivava senza
problemi, il mio invece non fluiva verso di lui. Credo che il suo amore
reprimesse il mio. Lui e il suo amore formavano una sostanza densa in
cui io e il mio amore rimanevamo impantanati, allora
diventavo una furia
e lui non riusciva a capirlo. L'ho trattato male molte volte perchè ero
disperata.
E.M.Reyes - C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo
***
"Mi dispiace" lo chiede a
Max, con un senso di colpa che le macera il cuore e lo fa annegare in una
tristezza densa e grigiastra. Non è mai stata una persona portata al chiedere scusa, nonostante si senta colpevole di così tante cose da perderci il senno. Non lo ha chiesto quando ha ucciso, quando ha divorziato, quando ha sciolto la YGS.
Concede il perdono ma non lo domanda. E non c'è niente di cui vantarsi ma così è.
Invece lì, sotto l'acqua bollente di una doccia troppo piccola per due, lo
invoca con un mormorio.
Scusa se ti amo così. Perché forse non l'ha mai imparato come si ama, perché forse continua a nasconderlo quell'amore, continua a inghiottirselo come l'ultimo boccone che non si vuole condividere per paura di rimanere affamati e così quando le esce fuori, quando non riesce a trattenerlo per sè, è irruento e vuole tutto e pretende tutto e non può accettare niente di meno di quello che si aspetta.
Vorrebbe dirlo ma le esce un tremante
"Scusa" e basta. Più semplice, meno compromettente ma ugualmente onesto.
"I love the way you love me."
Il mattino è un inferno d'acqua bollente, vapore, segni sulla pelle, violenza addosso, stanchezza dentro, pretese, ordini, confessioni, morsi.
Il pomeriggio è un purgatorio in cui non le piace stare perché è da sola.
La sera è un paradiso di accettazione, di carezze, sussurri, baci morbidi, cicatrici che non terrorizzano, nomi che non ti urlano in faccia, di muri che crollano, di passato che non spaventa e di futuro più vicino.
Amore e intelligenza non sono mai andati d'accordo.
L'ha sempre vista così. E ha sempre preferito l'intelligenza. Sempre.
Forse per questo non riusciva a farlo fluire da sé, per questo le rimaneva intrappolato fra petto e testa.
Ma ora, per la prima volta in vita sua, l'ha capito:
Non chiamare amore
la somma dei tuoi ragionamenti
e processi razionali
se non ti sconvolge, se non ti confonde,
se non ti fa perdere il lume oscuro della ragione
non chiamarlo amore.
A. Knut Hansen
E lei, ora, lo può chiamare davvero.
Ora può riuscirci.